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La giornata di apertura del progetto InLav Lombardia a Brescia si è tenuta nella Chiesa di San Giorgio. Il luogo merita un accenno poiché è fra le chiese romaniche del capoluogo lombardo meglio conservate. Risale al XII secolo ed è stata rimaneggiata in periodo barocco. Con il restauro nella seconda metà del ‘900 ha riacquisito molto delle originali linee romaniche. All’interno si trovano affreschi del ‘200 e di epoca barocca. Attualmente, la chiesa è ancora consacrata, ma non è più utilizzata come tale e si limita ad ospitare convegni e conferenze.

 

Sebbene l’incontro fosse stato impostato per illustrare il progetto, anche attraverso testimonianze, e non fosse la prima giornata di formazione come in altri eventi, gli interventi hanno assunto anche il carattere formativo. Il professor Egidio Riva, Università Milano-Bicocca, evidenziando gli obiettivi del progetto InLav, ha sottolineato gli elementi che caratterizzano il tema dello sfruttamento lavorativo.

Maria Antonia Molteni, Content & Networking Manager ANCI Lombardia, evidenziando le linee operative del progetto, ha tracciato un sintetico bilancio dei primi incontri, in attesa di riprendere in autunno con altri incontri e approfondimenti. “Abbiamo colto un riscontro positivo da parte dei partecipanti” ci ha detto nella breve intervista “e incontrato diverse realtà territoriali. Grazie agli interventi degli esperti e alla presentazione delle sperimentazioni dei PUA InLav abbiamo già un quadro interessante che conferma la validità e la portata del progetto”.

Fra gli esperti cui si riferiva Molteni, è intervenuta a Brescia Erica Cianchi dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) che ha tracciato un quadro giuridico sul tema dello sfruttamento lavorativo e si è soffermata sugli indici di sfruttamento lavorativo e sulle specifiche della vulnerabilità dei lavoratori stranieri. Fra gli indici, Cianchi ha indicato la “reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato. Reiterata è anche la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro. A questi due indici si aggiungono, inoltre, la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro e la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti”. Le vulnerabilità specifiche sono molteplici e vanno, per esempio, dalla precarietà giuridica all’assenza di network di supporto, dalla scarsa informazione alla paura.

Non è mancata anche a Brescia la presentazione di un ambito territoriale che partecipa al progetto, curata da Stefano Fogliata, responsabile dell’Ambito del Sebino. Promozione del lavoro regolare, prevenzione della diffusione del lavoro irregolare, attivazione di progetti individualizzati per le vittime dello sfruttamento, supporto alle reti di sostegno già attive nell’Ambito, questi gli obiettivi dell’Ambito del Sebino. “Il raggiungimento di questi obiettivi passa dalla mappatura dei servizi e delle barriere, dall’attivazione del PUA InLav e dalla creazione di un punto di accoglienza per donne che si occupano della cura domiciliare” ha detto Fogliata. “In questo ci aiutano la Cooperativa L’Airone e l’Associazione ADL Zavidovici. Quest’ultima si occuperà dell’apertura a Iseo di un punto di accoglienza dove si possono ritrovare le donne impiegate nell’ambito della persona. Il punto di accoglienza sarà gestito da un’operatrice-mediatrice con il compito di raccogliere i bisogni delle signore che lo frequenteranno in vista di regolarizzazione documentale e di regolarizzazione delle competenze professionali”.

È intervenuta anche Barbara Lodi Rizzini, Responsabile Centri per l’impiego della Provincia Brescia, che abbiamo sentito a margine dell’incontro. “La Provincia vuole essere un interlocutore autorevole per quel che concerne il mercato del lavoro. Il tema della vulnerabilità e della fragilità dei lavoratori stranieri tocca molti utenti che accedono ai servizi per l’impiego della provincia di Brescia. È importante per la Provincia, quindi, far parte di questo progetto, della rete che si va a costruire per dare un supporto concreto a tutte quelle persone che purtroppo si trovano in una situazione di bisogno e di criticità”.

 

Sergio Madonini

 

 

 

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