ANCI Lombardia, nell’ambito del pr..
 In un precedente articolo abbiamo cercato di capire con il professor Egidio Riva come il sapere, ovvero l’Università Milano-Bicocca, si è inserito nel progetto InLav (Il sapere e l’azione). Ora è il turno dell’azione ovvero come Anci Lombardia, recependo anche le indicazioni dell’Università, è intervenuta nel progetto. Per farlo ci siamo rivolti al vice segretario generale Giuseppe Guerini. Un primo passaggio che abbiamo voluto affrontare con Guerini è come e perché Anci Lombardia si sia impegnata sul tema dello sfruttamento lavorativo.
In un precedente articolo abbiamo cercato di capire con il professor Egidio Riva come il sapere, ovvero l’Università Milano-Bicocca, si è inserito nel progetto InLav (Il sapere e l’azione). Ora è il turno dell’azione ovvero come Anci Lombardia, recependo anche le indicazioni dell’Università, è intervenuta nel progetto. Per farlo ci siamo rivolti al vice segretario generale Giuseppe Guerini. Un primo passaggio che abbiamo voluto affrontare con Guerini è come e perché Anci Lombardia si sia impegnata sul tema dello sfruttamento lavorativo.
Una sfida nuova
“Per noi come associazione è veramente un progetto sfidante, che ci ha portato un po’ fuori dagli ambiti che siamo soliti affrontare, diciamo dalla nostra comfort zone, e adesso che ormai il progetto volge in qualche modo alla sua conclusione possiamo dire che è stata una scommessa vinta. Quando abbiamo iniziato a parlarne con Egidio Longoni che al tempo era il vicesegretario avevamo intuito le potenzialità di questo progetto, insieme agli altri partner, Università e Regione Lombardia. Tuttavia, avevamo ben presente che ci stavamo addentrando in un terreno nuovo perché questo progetto che si colloca in una zona di confine a metà strada fra i servizi sociali che vengono gestiti dai comuni o più generalmente dagli ambiti sociali e tutta la tematica che riguarda il lavoro, un ambito sul quale operano soprattutto realtà diverse, dalla Regione alle Province, e non è strettamente competenza di Comuni. In ogni caso, credevamo molto a questo progetto, pur sapendo che probabilmente avremmo incontrato sulla strada nuove sfide o interrogativi a cui non eravamo abituati. Proprio per questo abbiamo subito fatto presente a Regione Lombardia, che era necessario il coinvolgimento anche di altri soggetti come l’Università Bicocca”.
Guerini ci tiene a sottolineare che lo sfruttamento lavorativo è un tema importante in questi anni, ma lo sarà anche in futuro, “perché le dinamiche anche internazionali ci fanno pensare che ci sono fasce di lavoratori che arriveranno e continueranno ad arrivare, soprattutto per svolgere mansioni che magari sono un po’ disertate dal mercato del lavoro interno e, quindi, è necessario per mille motivi tenere un faro acceso, tenere alta l’attenzione su queste tematiche”.
La voce dei territori
Anci Lombardia gestisce molti progetti nei vari ambiti in cui operano i Comuni, ma tra questi, aggiunge Guerini, “grande rilevanza stanno assumendo gli ambiti territoriali sociali, che sono un crocevia spesso molto rilevante di attività e di funzioni che vengono svolte e che rappresentano un’interfaccia molto importante, una sorta di livello intermedio fra Comune, Regione e Province. Ed è questo un aspetto importante del progetto Inlav, perché mira a offrire un servizio, un punto unico d’accesso, i PUA, senza creare ulteriori sovrastrutture, ma cercando di ottimizzare la rete dei servizi che già esistono e che i nostri Comuni erogano attraverso gli ambiti sociali, le aziende consortili attraverso tutte le varie forme nelle quali poi si declina. L’obiettivo, in sostanza, è arrivare a offrire servizio efficace, partendo proprio da spesso dalla strada, cioè dalla rilevazione del bisogno, andando a cercarlo laddove è più probabile che ci siano fenomeni di questo tipo”.
Anci Lombardia, come conferma Guerini, si è dunque impegnata a rispondere a un’istanza che veniva dai territori, “quindi era giusto presidiarla e abbiamo offerto il nostro aiuto per rappresentare gli ambiti ai tavoli con Regione e Province”. Per questo l’associazione ha incontrato direttamente tutte le Province, oltre a Regione, ascoltando le esigenze e avviando così una collaborazione fra i diversi livelli istituzionali. “Una collaborazione non retorica, fumosa, ma misurata concretamente sul territorio per dare rappresentanza anche oltre ai confini comunali su problematiche rilevanti su tutto il territorio lombardo”.
Il rapporto con il sapere
E poi c’è la collaborazione con l’Università Milano-Bicocca. Già per altri progetti Anci Lombardia ha avviato collaborazioni con le Università lombarde, ma in questo caso il rapporto tra il sapere e l’agire è apparso fin da subito rilevante.
“Lo sfruttamento lavorativo è un tema di vasta portata che ha diversi risvolti dal punto di vista sociale dei diritti umani, della dignità personale dei lavoratori. Fin dall’inizio con Longoni ed Egidio Riva avevamo ben presente la necessità di andare al di là della filosofia e della produzione, diciamo autoreferenziale, di grandi report o studi. L’università Bicocca, fin da subito, ci ha fatto presente che avrebbero svolto un servizio finalizzato all’erogazione di attività concrete a favore dei cittadini stranieri che sono i soggetti finali del progetto InLav. E così è stato”.
La collaborazione accademica ha permesso di comprendere il fenomeno nelle sua grandi linee, ma soprattutto di individuarlo sul territorio lombardo nel suo complesso. “Ovviamente, il fenomeno ha specificità a livello locale con differenze marcate dalle zone montane a quelle di pianura. La collaborazione con Bicocca ha fornito gli strumenti che ci hanno aiutato poi a orientare la nostra azione, a come strutturare un servizio che avesse radici profonde nel territorio e che potesse andare a incidere sulle situazioni reali e credo, anche suffragato nel mio pensiero dai numeri che stiamo stiamo ottenendo, che ci siamo riusciti. È una sperimentazione, ma credo possa avere gambe più solide nel futuro, ma è un esperimento che ha fatto emergere il fenomeno, tentando di gestirlo e indirizzarlo, se possibile, agli istituti e le istituzioni che sono proposte alla risoluzione del problema”.
I Patti territoriali
Un tema su cui in molte occasioni il vice segretario Guerini è intervenuto è quello relativo ai Patti territoriali, un output del progetto InLav e fra quelli “cui teniamo di più proprio perché sono la concretizzazione di tutto ciò che ho detto”.
La costruzione del progetto InLav ha portato Anci Lombardia a conoscere le numerose esperienze presenti sul territorio che si occupano di lavoro, di sfruttamento e di contrasto al lavoro irregolare. Province, terzo settore, ispettorati del lavoro, questure, prefetture, “un mondo di enti e istituzioni che già lavorano sul presidio del territorio in questo ambito. Il nostro obiettivo non è stato quello di costruire ulteriori sovrastrutture, ulteriori burocrazie, ma mettere a sistema quello che esiste e metterlo nero su bianco con Patti territoriali che facessero capire l’importanza di costruire una rete. Alcuni territori sono più avanti, altri stanno cominciando adesso, ma tutti possono offrire un contributo non solo all’integrazione dei lavoratori sfruttati, ma anche a una maggiore integrazione fra i servizi che già vengono offerti sul territorio lombardo. È un altro fronte su cui Anci Lombardia si è impegnata e spero che la sottoscrizione dei Patti territoriali diventi un patrimonio comune di tutti gli attori che operano su questo tema”.
Sergio Madonini
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