ANCI Lombardia, nell’ambito del pr..
Il progetto InLav, come noto, si occupa del tema dello sfruttamento lavorativo e si rivolge in questa fase a cittadini di Paesi terzi regolari. In molti casi, negli ambiti territriali in cui è in corso la sperimentazione il progetto InLav è stato inserito in un circuito di realtà che si occupano di vari problemi: dall’accoglienza di immigrati all’educazione, dalla necessità di abitazione alle necessità primarie, dalle questioni giuridiche a quelle economiche. In questo senso, i numerosi interventi dell’attività formativa hanno sottolineato non solo le varie forme di sfruttamento, ma anche la dignità della persona a tutto tondo.
Gli ambiti si sono quindi impegnati a costruire una rete che coinvolga altri soggetti che operano sul territorio. La questione dello sfruttamento ha visto in molti incontri la presenza, per esempio, delle Prefetture e delle forze di polizia
Altri soggetti, a volte presenti a volte sollecitati, sono indubbiamente le Diocesi. I servizi di accoglienza, di inclusione, i centri di ascolto Caritas sono un bacino di utenza esposta a grandi fragilità, economica, lavorativa e abitativa Come evidenzia, per esempio, il Rapporto povertà 2025 della Caritas Ambrosiana.
Il rapporto “La povertà nella diocesi ambrosiana – Dati 2024“, è stato prodotto dall’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse. Il documento recepisce numeri e informazioni provenienti da tre servizi diocesani (Servizio accoglienza milanese per le persone senza dimora, Servizio accoglienza per i migranti e i Servizi Integrati Lavoro Orientamento Educazione per le famiglie) e da una rete sempre più ampia di centri d’ascolto territoriali (187, rispetto ai 168 del 2023, sui 407 operanti nella diocesi di Milano), che condividono metodo e strumenti di rilevazione. L’aumento dei centri monitorati determina l’aumento degli utenti incontrati e censiti (18.934 persone, +9,8% rispetto all’anno precedente), nonché l’aumento delle richieste di aiuto ricevute e degli interventi di risposta realizzati (64.431, oltre 5 mila in più rispetto al 2023).
Un quadro sintetico
“Il Rapporto” si legge sul sito della Caritas Ambrosiana, “costituisce una radiografia sempre più rappresentativa dei fenomeni di povertà che corrodono la società milanese e lombarda. E che almeno in parte sfuggono alla statistica ufficiale, o quantomeno alla conoscenza pubblica”.
Dopo l’impennata della situazione dovuta alle ripetute crisi planetarie (Covid, guerre, inflazione) degli 2020 e 2021, non c’è stato in questi ultimi anni un incremento quantitativo dell’area di povertà. Tuttavia, dice il Rapporto, “a fronte del ritrarsi di alcune emergenze, si osserva una duplice tendenza: da un lato, alcune situazioni di bisogno continuano a non trovare risposte adeguate nei territori e con il tempo rischiano di diventare croniche, come dimostra il fatto che due terzi delle persone incontrate siano assistiti che si rivolgono ai centri e servizi Caritas da anni; d’altro canto, tra le persone ascoltate e aiutate compaiono anche un terzo (percentuale piuttosto significativa) di volti nuovi, soggetti rivoltisi alla Caritas per la prima volta nel 2024, portando con sé anche nuovi bisogni”.
Per quanto riguarda i dati generali, il Rapporto segnala che tra coloro che si sono rivolti ai centri Caritas nel 2024, hanno continuato a prevalere le donne (58,2%), ma la componente maschile è apparsa in leggera crescita (41,8% contro il 40,4% del 2023).
Per quanto riguarda le fasce d’età, gli ultra65enni rivoltisi ai servizi Caritas sono stati il 12,2% del totale, dato quadruplicato negli ultimi 10 anni (erano il 3,7% nel 2015). Ma il dato più sorpendente riguarda gli under 35 che si sono rivolti ai centri di ascolto e ai servizi Caritas. Sono stati oltre il 19%, quasi 1 su 5, del totale dei beneficiari, dato in lento ma costante aumento negli ultimi anni. “E soprattutto ben più alto di quello delle statistiche ufficiali (secondo le quali gli under 35 in situazioni di povertà assoluta sono il 10%). In questo caso, però, torna utile incrociare il dato sull’età con quello sulla cittadinanza: la presenza degli under 35 è poco significativa tra gli italiani e più rilevante tra i cittadini comunitari, tra gli extracomunitari regolari e soprattutto tra gli extracomunitari irregolari”.
Immigrati tra disoccupazione e lavoro povero
Gli immigrati rivoltisi ai centri di Caritas Ambrosiana nel 2024 sono stati 12.388, ovvero il 65,5% del totale delle persone aiutate. La loro presenza è aumentata di quasi 5 punti percentuali negli ultimi due anni (erano il 60,9% nel 2022), tendenza dovuta a una molteplicità di fattori, tra cui la perdurante inefficacia del quadro normativo, che spinge o lascia nell’incertezza e nella precarietà esistenziali, oltre che in una condizione di irregolarità amministrativa, molti individui (qui l’infografica di Caritas).
.Per molti immigrati, ma anche per altri soggetti, è diffusa la situazione che va identificata con il lavoro povero. Sottolinea il Rapporto: “Tra le conferme vi è il fenomeno dei working poor, persone con un lavoro che si rivolgono ai centri Caritas perché in difficoltà economica. La fragilità occupazionale è sempre stata un tratto caratterizzante delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto, ma l’andamento degli ultimi anni testimonia la profonda trasformazione del mercato del lavoro, e del fenomeno stesso della povertà, in sintonia con quanto attestato da numerose altre fonti. Se nel 2016 quasi i due terzi del campione Caritas erano rappresentati da persone disoccupate e solo il 14,5% da lavoratori poveri, nel 2024 quasi 1 persona su 4 tra quelle incontrate e ascoltate (24,6%) è in possesso di un’occupazione. Che, nei fatti, non garantisce reddito sufficiente e condizioni di vita dignitose”.
Conclude il Rapporto della Caritas: “I dati dei centri Caritas evidenziano una ciclicità legata alle diverse crisi, economiche e sanitarie, che si sono succedute negli anni. In questo contesto, gli interventi messi in atto dai volontari e dagli operatori a favore di migliaia di nuclei familiari hanno necessariamente avuto un carattere emergenziale, e quindi hanno certamente aiutato gli assistiti ad affrontare molte difficoltà, ma, ovviamente, non hanno potuto risolvere problemi strutturali, né questo è il loro compito; il lavoro povero, il diritto alla casa e l’accoglienza delle persone immigrate richiedono interventi mirati da parte delle istituzioni, che devono creare le condizioni affinchè ad ogni persona, senza alcuna discriminazione, sia garantita la possibilità di esercitare tali diritti fondamentali”.
Sergio Madonini
Ultime notizie
Questa mattina si è tenuto presso la sede di ANCI Lombardia un incontro con una delegazione lituana..
Il Palazzo della Provincia di Lodi ha accolto l’ultimo incontro formativo territo..


