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Una delegazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha visitato alcuni dei Punti Unici d’Accesso (PUA) realizzati nell’ambito del progetto InLav. Nel corso di una serie di incontri sul territorio lombardo, il Ministero ha potuto conoscere da vicino l’esperienza di quattro sportelli PUA, affiancando così il confronto avviato durante il workshop formativo dello scorso 25 giugno, dove erano già stati presentati altri presìdi territoriali.

In questo giro esplorativo si è evidenziato un elemento interessante, sottolineato anche da Maria Antonia Molteni, animatrice territoriale del progetto InLav: pur seguendo gli standard esplicitati dal progetto, ogni PUA InLav si è sviluppato e organizzato con proprie caratteristiche, dettate soprattutto dalle esperienze già in atto nei territori e dal tessuto sociale e lavorativo presente nelle diverse realtà.

In altri termini, i PUA InLav si sono sviluppati seguendo le necessità locali e affiancando le istituzioni che operano nei territori.

Milano, soluzioni per la complessità

L’equipe del PUA di Milano ha sottolineato la complessità del territorio milanese. Questo ha portato a due conseguenze evidenti: il coinvolgimento di numerosi attori nella costituzione della rete e l’individuazione di tre figure che seguissero in particolare singoli aspetti del progetto.

Oltre ad alcuni settori del Comune di Milano, nello specifico il Centro di Mediazione al Lavoro (CeLav) e il progetto “Derive a Approdi” del Servizio di protezione vittime di tratta, il PUA milanese ha coinvolto nella rete Enti del Terzo Settore, quali Fondazione Avsi, Fondazione Somaschi, Cooperativa Farsi Prossimo e Cooperativa Lotta contro l’emarginazione. A questi si sono uniti, inoltre, altri soggetti per le diverse fasi del progetto, in particolare le “antenne” Milano Welcome Center e il Centro Sammartini.

Interessante poi l’organizzazione del PUA con la costituzione di una equipe composta da un network manager, Maria Chiara Gelosa, un tutor lavorativo, Sofia Lawrence, e un consulente legale Jacopo Imberti. Ce ne ha parlato Stefano Sangalli di AVSI e co-cordinatore del PUA. “Il network coordinator, è, secondo noi, una figura centrale, appunto per un raccordo tra gli enti che operano all’interno del territorio, sia quelli di primo livello o enti formali, sia quelli informali che sono presenti del Comune di Milano. Quindi, la funzione di questa figura è di strutturare questa rete e questa connessione tra i vari soggetti. La figura del tutor svolge un compito, invece, di orientamento lavorativo che si occupa di un primo assessment che tocca diverse dimensioni. La persona è portatrice di diversi bisogni che possono essere di carattere legale o riguardare la dimensione abitativa o, ancora, l’aspetto linguistico. Quindi diciamo che l’opera del tutor è proprio di accompagnare un percorso, tendenzialmente con l’obiettivo di fuoriuscita da questa dimensione di sfruttamento lavorativo e di valorizzazione le competenze e della persona. Il tutto in connessione con i servizi del territorio a seconda del bisogno specifico della persona. Il consulente legale, infine, svolge un’azione puntuale sulla parte documentale, che è una parte necessaria per l’ingresso al mercato regolare del lavoro”.

InLav e il Consorzio Desio Brianza

Il PUA InLav a Desio si è inserito in una realtà che esiste da oltre 40 anni, l’Azienda speciale consortile Consorzio Desio Brianza(Codebri, come viene chiamano da tutti), come ci dice il suo direttore, Alfonso Galbusera. “L’azienda sviluppa numerose attività, dalla formazione all’inserimento lavorativo e tutti i servizi del welfare locale. Il PUA è stato inserito in questa azienda in maniera molto molto dinamica, a cavallo tra il welfare, quindi i servizi sociali tradizionali, e il nostro intervento di natura formativa. Proprio perché ci occupiamo di interventi relativi a persone disagiate, in cui rientrano certamente i lavoratori sommersi, irregolari provenienti da Paesi terzi, il PUA si pone come nodo di congiunzione delle nostre varie anime che in questi anni abbiamo sviluppato”.

Gli enti consorziati sono otto, i Comuni di Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Nova Milanese, Muggiò e Varedo, che hanno dato vita all’Azienda e i Comuni di Limbiate e Sovico entrati successivamente. L’Azienda è un punto di riferimento per il territorio nel settore dei servizi di formazione scolastica e professionale, orientamento al lavoro e servizi per la persona. L’obiettivo di fondo è permettere a tutti di accedere a servizi di alta qualità. Per questo il Consorzio mira a sviluppare le proprie competenze e creare partnership strategiche che possano favorire cambiamenti positivi nelle comunità locali, come accennava il direttore Galbusera nel caso del PUA.

Le ramificazioni sulla sponda lecchese del Lario

Il PUA InLav a Lecco si caratterizzata per l’ampia rete di connessioni disponibile. Anche per questo, il progetto di Lecco è stato sia ospite del workshop formativo sia una tappa significativa del tour sul territorio lombardo. In sede di workshop, Linda Rondalli, Coordinatrice del PUA InLav, aveva sottolineato che il progetto di Lecco comprende tre Ambiti territoriali: Lecco, ente capofila che copre tutta la provincia, Merate e Bellano. Inoltre, i partner del progetto “sono enti del terzo settore con cui c’è una collaborazione storica nel territorio lecchese”.

Altro elemento significativo emerso durante gli incontri è la presenza operativa di due sportelli PUA: uno attivo presso la sede di Mestieri Lombardia, l’altro integrato nello Sportello Assistenti Familiari di Calolziocorte, che lavora in stretta collaborazione con il Centro per l’Impiego di Lecco e Merate. Due esperienze che testimoniano la capacità dei PUA di radicarsi nei territori e di creare sinergie concrete con i servizi locali.

I due sportelli operano in modo simile, secondo gli standard del progetto, ma quello degli Assistenti familiari punta molto l’attenzione su elementi caratteristici di questa attività, come per esempio la verifica dei requisiti e l’iscrizione al Registro Territoriale e il sostegno durante le fasi preliminari di accordo con le famiglie.

Nella rete costruita dal PUA di Lecco un ruolo di rilevanza spetta anche alla Provincia e al Comune. Non a caso nell’incontro sul territorio abbiamo potuto sentire anche l’assessore comunale al welfare Emanuele Manzoni.

“Il progetto InLav si intreccia in maniera significativa con i servizi del territorio, con la dimensione della tutela delle persone che lavorano in contesti diversi, dove, in alcune occasioni, rischiano di vedere non del tutto riconosciuti i loro diritti. Diritti che sono un elemento su cui cerchiamo di costruire relazioni anche con altre tipologie di servizio, perché la dimensione lavorativa non si scinde quasi mai da altre dimensioni, come, per esempio, l’abitare, la formazione, le rivendicazioni di alcune tutele. Dunque, l’aspetto integrato si sviluppa con la collaborazione fondamentale di enti del terzo settore e della Provincia di Lecco, con il Centro per l’impiego e non da ultimi con i servizi comunali”.

PUA e gestione associata a Mariano Comense

Anche a Mariano Comense lo sportello PUA InLav è stato inserito nell’Azienda territoriale per i servizi alla persona, Tecum, che opera da quasi 20 anni ed è stata costituita dai Comuni dell’Ambito Territoriale di Mariano Comense, ovvero Arosio, Cabiate, Carugo, Inverigo, Lurago d’Erba e Mariano Comense, al fine di garantire la gestione associata dei servizi alla persona. Questa esperienza di gestione associata è un elemento importante che, come ci dice il direttore di Tecum, Giorgio Gariboldi “ha motivato l’assemblea dei sindaci dell’ambito territoriale ad aderire al progetto InLav. Come azienda speciale consortile rappresentiamo l’ambito territoriale e gestiamo oltre il 70% della spesa sociale di tutti i Comuni. Aderire è stato quindi abbastanza fisiologico, anche a maggior ragione del fatto che da sempre ci occupiamo di inserimento lavorativo. Inoltre, su specifico mandato anche delle amministrazioni comunali non ci occupiamo solo di politiche attive per il lavoro, ma le integriamo integrando in modo credo efficace con le politiche di welfare, sia per quanto riguarda l’assistenza e il servizio sociale che per quanto riguarda i temi del lavoro e della casa”.

Inoltre, un elemento comune con altre esperienze PUA è l’organizzazione del progetto che vede in campo operatori dell’Azienda, Laura Bellotto, responsabile del progetto, e Morena Pandolfi, operatrice del lavoro, affiancati da operatori della Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, Carlotta Serra, coordinatrice metodologica, Francesca Balestreri, assistente sociale, e Luisa Tarantino, psicologa. Questo team garantisce una serie di servizi, che comprendono, fra l’altro, supporto psicologico, mediazione linguistica e consulenza legale.

La visita ai PUA InLav sul territorio, così come le presentazioni illustrate nel corso del workshop formativo offrono, dunque, un quadro articolato e interessante della gestione e organizzazione dei PUA InLav. Gli Ambiti che hanno aderito al progetto mostrano attenzione, sensibilità ed esperienza, elementi che fanno concorrono alla buona riuscita del progetto.

Sergio Madonini

 

 

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