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L’Assemblea del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) del 28 maggio 2025 ha approvato un Ordine del Giorno sulle politiche di prevenzione e contrasto delle forme di sfruttamento lavorativo e del caporalato. L’obiettivo è pervenire a una strategia complessiva in materia, anche mediante un percorso di collaborazione e confronto con le forze sociali presenti al CNEL. L’Assemblea ha deliberato la stesura di un documento di Osservazioni e Proposte sul tema e di esercitare, inoltre, le prerogative di iniziativa legislativa, ai sensi dell’articolo 99 della Costituzione.

Nel corso del dibattito sul tema che si è svolto durante l’Assemblea è stata evidenziata, inoltre, la necessità di andare oltre l’intervento prettamente repressivo, affrontando anche altri nodi fondamentali del fenomeno, quali i servizi pubblici disponibili, la questione degli alloggi, le problematiche legate ai canali legali di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro. Un approccio, quindi, ad ampio spettro e anche preventivo, che coinvolga tutti i soggetti coinvolti e affronti la tematica nelle sue molteplici angolature. È stata, infine, sottolineata l’esigenza di porre la dovuta attenzione al caporalato digitale, come ha evidenziato il vicepresidente CNEL Claudio Risso.

Il vicepresidente Risso ha infatti sottolineato nel suo intervento che “il fenomeno del caporalato non è più confinato ai settori tradizionali come l’agricoltura o l’edilizia, ma assume oggi forme nuove e più sofisticate. Basti pensare al caporalato digitale, che si diffonde rapidamente nella gig economy. Dietro le piattaforme e gli algoritmi si nascondono spesso rapporti di lavoro mascherati, sfruttamento sistematico, assenza di tutele e sorveglianza costante. Sono i nuovi ‘braccianti urbani’ delle nostre città, costretti a lavorare in condizioni precarie e sottopagati, pur svolgendo un ruolo essenziale nei servizi. Dobbiamo considerare che il caporalato non è solo una violazione del diritto penale, ma una ferita alla giustizia sociale, alla legalità economica e alla tutela dei diritti fondamentali. Di qui il rinnovato impegno del CNEL in questo ambito, volto a costruire un’economia più equa, trasparente e rispettosa delle persone”.

Sergio Madonini

 

 

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