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Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, ha accolto il primo incontro del Progetto InLav. L’incontro, moderato da Nicol Mondin, ha accolto i saluti istituzionali del Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, del Direttore dell’Ispettorato del Lavoro Alberto Gardina e del Consigliere Provinciale con delega al Lavoro Carmelo Lauricella.

Il Prefetto Pasquariello ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni, privati e terzo settore, “soprattutto nella formazione perché la formazione come si sta facendo questa mattina è sicuramente prevenzione e consolida la consapevolezza che bisogna lavorare sempre di più insieme, creando una rete”. In questo senso, il Prefetto ha voluto ricordare la sottoscrizione del secondo Protocolloche va nella direzione di prevenire gli infortuni sui luoghi di lavoro ed evidenzia la collaborazione della Prefettura con tre enti, Provincia, Camera di Commercio e Ufficio scolastico territoriale. Il protocollo si inserisce in un più ampio quadro di iniziative come l’orientamento, l’aiuto agli stranieri che cercano lavoro e le iniziative su carcere e lavoro sui richiedenti asilo e lavoro”.

Il direttore Giardina si è soffermato sulla mancanza di personale che rende difficile attuare interventi di contrasto al fenomeno. “Dobbiamo fare i conti con la scarsità di risorse di personale sia negli enti locali sia nelle pubbliche amministrazioni in generale, soprattutto al nord, che rischia di produrre e già produce effetti negativi. È necessario quindi lavorare insieme, favorire l’incontro, la collaborazione fra organi, per esempio, dello Stato come, nel nostro caso, fra Ispettorato nazionale del lavoro e gli Ispettorati territoriali che sono la parte operativa. Questa collaborazione potrebbe portare a ricevere più denunce qualificate in materia di lavoro irregolare. La difficoltà dei cittadini a raggiungere gli uffici dell’Ispettorato, che hanno sede nelle province, vuoi per distanza, vuoi per orari di lavoro dei lavoratori, potrebbe, poi, sviluppare una collaborazione con gli Enti locali, aprendo, per esempio punti di ascolto in provincia di Varese presso alcuni Comuni aperti in orari accessibili. In questi punti di ascolto, personale appositamente formato potrebbe aiutarci a intercettare segnalazioni che oggi purtroppo non ci arrivano e questo è fondamentale nel contrasto allo sfruttamento lavorativo”.

Il Consigliere Lauricella ha posto in evidenza l’importanza degli Enti locali nell’affrontare le problematiche del mondo del lavoro. “Il progetto InLav rappresenta un esempio di quello che Regione Lombardia ha voluto ottenere trasferendo la competenza del lavoro alle Province, perché le Province, con la loro competenza territoriale e con la loro conoscenza delle realtà locali possono intervenire puntualmente sulle problematiche connesse al mondo del lavoro. Ed è importante anche la presenza attiva nel progetto di Anci Lombardia che può supportare a sua volta l’impegno locale delle Province

Ai saluti sono seguiti gli interventi formativi del professor Paolo Rossi, dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e dell’esperto in diritto del lavoro Pietro Sekules, con le testimonianze degli Ambiti di Somma Lombardo e di Tradate.

Rossi ha introdotto il tema dello sfruttamento lavorativo, partendo dalla letteratura in materia ed evidenziando come il termine copra diverse forme di violazione dei diritti dei lavoratori, dalla tratta al lavoro minorile, fino ad arrivare alla mancata o parziale corresponsione del salario, che coinvolge soprattutto lavoratori e lavoratrici in situazione di vulnerabilità. Inoltre, ha individuato le varie dimensioni dello sfruttamento, le sfide e le criticità delle iniziative di contrasto, indicando anche i diversi significati del successo di queste iniziative, oltre ad illustrare il progetto Inlav, nello specifico i promotori, gli obiettivi, la struttura, gli Ambiti partecipanti e in particolare i PUA (Punto unico di accesso), i network attivati, gli orientamenti di spesa e, infine, le questioni che rimangono tuttora aperte.

L’intervento di Pietro Sekules ha evidenziato una problematica rilevante legata alla complessità e vastità del quadro normativo che attiene all’individuazione, alla disciplina e al sistema sanzionatorio delle varie fattispecie di lavoro irregolare. “Questa complessità non ci aiuta a capire, di essere nel pieno della conoscenza che il dato normativo prevede. In aggiunta a questo tema c’è l’aspetto legato alle forme di contrasto dei fenomeni di irregolarità proprio perché anche in questo caso è difficile muoversi nel coacervo di norme”.
Nel suo intervento Sekules ha analizzato le forme di contrasto che “si muovono lungo tre direttrici: la prevenzione, la vigilanza, ovvero controllo e verifica del rispetto dei dettati normativi e infine quella dello sviluppo di una cultura della legalità”. Sekules ha, inoltre, evidenziato le difficoltà legata alla vigilanza poiché la scarsità di risorse umane destinate a tali compiti rispetto al numero di imprese, non consente controlli puntuali ed efficaci. “Diventa, quindi, importante” ha concluso Sekules, “sviluppare una cultura della legalità che si muove naturalmente in vari ambiti, non ultimo quello della responsabilità sociale dell’impresa. Oltre alla logica economica e produttiva, l’impresa deve sviluppare una cultura aziendale che si muova nella direzione di creare meccanismi etici, sviluppando per esempio codici etici che adottino nell’organizzazione e nella gestione le leggi sulla trasparenza, sulla compliance. Questo approccio può sicuramente aiutare e supportare il contrasto a un fenomeno come quello del lavoro irregolare, anche in ottica di prevenzione”.

Lucrezia Libido dell’Ambito di Tradate, Elena Olgiati della Cooperativa Solidarietà e Servizi, Eleonora Vecchiotti dell’Ambito di Somma Lombardo e Roberta Bettoni della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione hanno riportato le esperienze e le sperimentazioni nei due Ambiti. Hanno posto in evidenza la logica del progetto, il contesto e la rete, riportando anche i dati di riferimento relativi al fenomeno territoriale, quali i beneficiari presi in carico, e i risultati raggiunti finora, oltre a illustrare i prossimi passi da seguire per contrastare il fenomeno.

Sergio Madonini

 

 

 

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