ANCI Lombardia, nell’ambito del progetto ..
La mattinata del workshop formativo del progetto InLav del 25 giugno è stata caratterizzata da una serie di interventi che hanno fatto il punto sullo stato dell’arte del progetto.
I primo a intervenire sono stati gli Enti che hanno contribuito alla nascita di InLav, Regione Lombardia, Anci Lombardia e Università di Milano Bicocca.
Per Regione Lombardia ha aperto i lavori Paola Angela Antonicelli, che, parlando delle politiche regionali del lavoro a favore di soggetti fragili, ha evidenziato che “negli anni, l’attenzione di Regione Lombardia per i soggetti fragili ha visto l’ente partire dalle norme e dalle misure esistenti, curvandole e adattandole ai target più complessi. Oggi si pensano nuovi modelli e nuovi strumenti e si deve capire come si collocheranno in questo quadro i PUA. Sarà importante far conoscere i risultati del progetto, di modo che i PUA possano essere attori principali”.
Stefano Toselli di Anci Lombardia ha illustrato i primi esiti dei PUA InLav. Sono 12 gli Ambiti territoriali nei quali sono attivati dei PUA e, da quando sono stati attivati, sono state 333 le schede di intercettazione primo contatto, di cui il 72% da uomini per lo più inoccupati e con un titolo di studio basso e 96 le persone prese in carico. Un aspetto fondamentale per favorire lo sviluppo dei PUA è stato il coinvolgimento delle istituzioni, andando così a definire collaborazioni con tutte e 12 le Province lombarde e 65 stakeholder. “Nell’interazione” ha aggiunto Toselli, “i servizi più richiesti sono legati alla ricerca di informazione e orientamento in merito alla condizione lavorativa e al supporto all’accesso ai servizi di ricerca e di orientamento lavoro. Un obiettivo di progetto da raggiungere alla sua conclusione”, ha proseguito Toselli, “sarà la sottoscrizione di 12 Patti Territoriali per lo sviluppo dell’iniziativa in un’ottica di cooperazione e integrazione tra sistema pubblico e privato in materia di integrazione socio-lavorativa”.
Sui Patti territoriali e la loro funzione per creare una rete territoriale per contrastare il lavoro irregolare, da Anci Lombardia sono intervenuti, nella seconda parte della mattinata, il Vicesegretario Generale Giuseppe Guerini e Francesco Severgnini.
Guerini ha evidenziato che i Patti Territoriali vogliono “rafforzare la cooperazione tra pubblico, privato e privato sociale sul tema sociale, per dare forza e valore a due esigenze reali e urgenti per i territori: far emergere il lavoro nero e irregolare e promuovere percorsi di integrazione socio-lavorativa per persone straniere e fragili”. In tal senso il Patto diventa uno strumento per coordinare le risorse esistenti, costruire una regia condivisa e tradurre i problemi in azioni complete, le cui basi giuridiche e normative, confrontate anche con quanto di simile già esiste a livello locale, sono state delineate da Francesco Severgnini.
La prima parte della mattinata si è conclusa con l’intervento di Egidio Riva, dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Riva ha ricordato che “questo progetto nasce tenendo presente un target molto specifico, anche se l’obiettivo ambizioso che tutti dobbiamo porci è quello di partire da una sperimentazione per arrivare a portare a sistema le azioni che intraprendiamo”. Per Riva “il rischio di sfruttamento lavorativo è legato a un sistema di fattori; le spiegazioni non possono essere trovate solo su un versante individuale e quindi il piano su cui vanno costruite le soluzioni deve essere un piano complesso che prende in esame le diverse variabili e i diversi soggetti coinvolti. L’università sta accompagnando i territori a definire chi sono i soggetti che vanno intercettati, considerando innanzitutto la differenza tra lavoro irregolare e sfruttamento lavorativo, perché, soprattutto nel secondo caso, spesso, le persone coinvolte non hanno la possibilità di scegliere o decidere. Primo punto su cui lavorare è quindi far sì che le persone a rischio sfruttamento possano avere le risorse per evitare di essere sfruttati”.
La mattinata si è poi conclusa con interventi che hanno illustrato le azioni messe in campo da InLav, a partire dalla formazione che ha coinvolto i territori in percorsi con lezioni in presenza e a distanza e ha visto la definizione di toolkit formativi, come indicato da Giuseppe Imbrogno, esperto di Anci Lombardia.
Sul fronte comunicazione, aspetto decisivo per far conoscere e diffondere l’iniziativa sia che agli Enti e ai cittadini, con particolare riguardo al multilinguismo, InLav ha sviluppato una batteria di strumenti e di iniziative che sono state illustrate da Davide Lopresti, responsabile della comunicazione per il progetto InLav.
In conclusione della mattinata, Giovanni Bursi e Maria Antonia Molteni, Project manager e Content e networking manager del progetto, hanno evidenziato l’importanza della partecipazione dei territori a questo progetto, determinante per la riuscita della sperimentazione e la successiva possibilità di rendere stabili i risultati nel tempo.
SM e LS
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