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Lo Spazio Viterbi, oltre due mila metri di superficie, 600 dei quali di area espositiva, nel sottotetto recuperato del Palazzo della Provincia di Bergamo, destinati all’arte e alla cultura in generale, ha ospitato la prima giornata del percorso formativo del progetto InLav rivolto a operatori e stakeholder territoriali nella provincia di Bergamo.

Hanno aperto la mattinata Marcella Messina, assessore alle politiche sociali, longevità, salute, sport del Comune di Bergamo, e Giorgia Gandossi, consigliera provinciale con delega alle politiche del lavoro.

Come ambito di Bergamo” ci ha detto a margine dell’incontro, l’assessore Messinaabbiamo deciso di aderire a questo progetto e di presentare quindi un progetto che è stato riconosciuto, meritevole di valore perché riteniamo che la materia trattata non era sufficientemente presa in carico all’interno dei nostri servizi. InLav è un progetto innovativo, perché tratta questo tema mettendo in rete tutta una serie di persone, di realtà, di stakeholder del mondo no profit e del mondo privato che devono dialogare e trovare insieme una strategia, una soluzione per emancipare queste persone”.

Per la Provincia abbiamo poi sentito Giorgia Candossi che ci ha detto: “Come provincia di Bergamo siamo orgogliosi di ospitare questo evento, questa serie di incontri, ma soprattutto di fare la parte di collettore, di intermediari con gli ambiti territoriali della nostra provincia. Le province devono fare da collanti, devono prendersi la responsabilità della loro competenza sul lavoro che Regione Lombardia ci ha dato ormai da diversi anni e i nostri centri per l’impiego devono collaborare con gli ambiti territoriali. Ricordiamoci che i lavoratori sono prima di tutto persone e la dignità della persona e del lavoratore deve essere al primo punto degli obiettivi della Provincia e dei nostri territori”.

Dopo l’intervento dedicata alla descrizione del progetto da parte di Maria Antonia Molteni, animatrice territoriale di Anci Lombardia, ha preso la parola Paola Cavanna di Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, che fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio. Cavanna ha affrontato il tema dello sfruttamento lavorativo in Lombardia, tracciando dimensioni del fenomeno, indicatori e strumenti di lettura, soggetti e servizi coinvolti.

Nel suo intervento, Paola Cavanna ha presentato, inoltre, la collaborazione di Oim con l’Ispettorato nazionale del lavoro e i risultati che questo parternariato ha finora prodotto. Fra i dati significativi presentati, Paola Cavanna ha citato anche i settori economici di intervento. “Il 56% dei casi di sfruttamento hanno riguardato il settore delle coltivazioni agricole prevalentemente in Piemonte, Abruzzo e Calabria, seguito dal settore delle industrie tessili (13%) e dall’edilizia (6%)”. A questi si aggiungono gli ambiti dell’ospitalità e dell’allevamento.

Diego Coletto, docente presso l’Università Milano-Bicocca, ha approfondito i dati sul fenomeno, partendo dalle definizioni e tipologie di sfruttamento lavorativo, dal lavoro sommerso al caporalato e a tutte le altre forme di lavoro irregolare.

La mattinata si è  conclusa con le testimonianze dei referenti degli ambiti territoriali  di Bergamo e Treviglio.

 

Sergio Madonini

 

 

 

 

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